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Foto Gallery
Donatello. Angelo musicante
Angelo musicante

La formella bronzea con Angelo musicante a rilievo appartiene allo straordinario complesso decorativo realizzato da Donatello per l'altare maggiore della Basilica di Sant'Antonio a Padova intorno alla metà del Quattrocento, nel pieno fiorire dell'arte rinascimentale. (Foto Elio Ciol, © Archivio Fotografico Messaggero S. Antonio Editrice, su concessione della Veneranda Arca del Santo)

Angelo orante
Angelo orante

Eleganti forme di palese ascendenza liberty e di chiara matrice mitteleuropea caratterizzano questo Angelo orante in marmo di Carrara, opera di Virgilio Milani, appartenente alla decorazione scultorea della Cappella Caniato nel Cimitero Comunale di Rovigo, progettata dall'architetto padovano Angelo Brunetta nel 1915. (Foto Associazione Culturale Minelliana Rovigo)

Angioletti
Angioletti

Il talento naturale e la raffinata abilità che valsero ad Andrea Brustolon l'appellativo di "Michelangelo del legno", attribuitogli da Balzac, sono evidenti in ogni suo lavoro; ne rappresenta un ottimo esempio la coppia di Angioletti dalla chiesa della Salute a Belluno, ove si conserva anche una pala dovuta allo stesso scultore. (Foto Mauro Magliani, Archivio Amministrazione Provinciale di Belluno)

Atena Grimani
Atena

La statuetta della collezione Grimani, ora a Venezia, datata alla fine del V sec. a.C., rappresenta la dea Atena, elmata e vestita di peplo, sul petto l'egida con al centro un gorgoneion; lo schema riecheggia la celeberrima Athena Parthenos, colossale simulacro creato da Fidia in oro e avorio per la cella del Partenone. (Foto Museo Archeologico Nazionale di Venezia, su concessione del MiBAC, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano)

Caccia di Teodorico
Caccia di Teodorico

La parte inferiore del pannello sulla destra della porta di San Zeno a Verona, opera di maestro Nicolò, rappresenta la leggenda medievale 'moraleggiante' dello spietato re Teodorico trascinato agli inferi durante la caccia a un cervo prodigioso; vi si ispirò Giosue Carducci nelle Rime nuove. (Foto Giulio Bodon)

Cangrande della Scala
Cangrande della Scala

La statua equestre di Cangrande della Scala, già sul monumento funerario del condottiero, addossato alla parete esterna della chiesa di Santa Maria Antica, rappresenta una delle maggiori realizzazioni del genere in tutto il Trecento; la scultura originale, ora sostituita da una copia, è ricoverata per ragioni di conservazione nel Museo di Castelvecchio. (Foto Comune di Verona)

Cansignorio della Scala
Cansignorio della Scala

La statua equestre di Cansignorio della Scala (1340-1375), nel recinto delle Arche Scaligere a Verona, concepita sull'esempio di quella di Cangrande, ma risolta in forme più semplici e rigide, corona il monumento funerario del condottiero, opera di Bonino da Campione. (Foto Giulio Bodon)

Ciclo dei mesi
Ciclo dei mesi

Sugli architravi del protiro di San Zeno a Verona, opera di Maestro Nicolò, si sviluppa, entro una sequenza di piccoli archi, il ciclo figurativo dei dodici mesi, simboleggiati da svariate occupazioni e attività umane che cadenzano il corso dell'anno. (Foto Giulio Bodon)

Andrea Brustolon. Crocifissione
Crocifissione

Commissionata dal nobile Francesco Benetti e datata 1729, la Crocifissione di Andrea Brustolon, che trasferisce nel legno i caratteri salienti del gusto barocco, realizza una sorta di pendant con la Pala di san Francesco Saverio, opera della stessa mano, di qualche anno precedente, già nella chiesa di Sant'Ignazio, ora in San Pietro, a Belluno. (Archivio Fotografico Soprintendenza BSAE per le province di Venezia, Padova, Belluno e Treviso, su concessione del MiBAC)

Crocifissione
Crocifissione

La Crocifissione fa parte del gruppo di formelle bronzee che costituiscono il nucleo più antico del portale di San Zeno a Verona; vi si riconosce l'impronta di una personalità artistica di cultura sassone, la cui attività destinata alla basilica veronese risale a poco dopo il 1130. Più incerta resta invece la cronologia del secondo gruppo di formelle, differenti per orientamento stilistico come per la composizione delle leghe di metalli. (Foto Comune di Verona)

Crocifisso
Crocifisso

Il Crocifisso ligneo policromo di Andrea Brustolon al Museo Civico di Belluno, già nella chiesa di San Giuseppe, compiuto entro il 1723, si riconduce alla produzione matura dell'artista; per questa immagine, di notevole espressività e di forte impatto, è immediato il confronto con la pala di analogo soggetto ora nella chiesa di San Pietro. (Archivio Fotografico Soprintendenza BSAE per le province di Venezia, Padova, Belluno e Treviso, su concessione del MiBAC)

Danza delle Grazie
Danza delle Grazie

A testimoniare l'eccezionale maestria e la profonda sensibilità antiquaria di Antonio Canova, questo rilievo, risalente al 1797, raffigura la Danza delle Grazie e di Venere davanti a Marte, soggetto ispirato a passi dell'Odissea che raccontano gli amori di Afrodite e Ares. Canova raffigurò la stessa scena anche in una delle sue tempere, influenzate dallo stile delle pitture antiche di Ercolano. (Foto Fondazione Canova, Museo e Gipsoteca Antonio Canova Possagno)

Statuetta Grimani. Demetra
Demetra

Una delle Statuette Grimani a Venezia. Datata al primo venticinquennio del IV secolo a.C., viene identificata come immagine della dea Demetra; il tipo della peplophoros, qui con il capo velato, riprende nella figura lo schema delle Cariatidi che sorreggono la loggia dell'Eretteo ad Atene, opere dello scultore Alkamenes. (Foto Museo Archeologico Nazionale di Venezia, su concessione del MiBAC, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano)

Giovanni Miani
Giovanni Miani

Nel 1931 Virgilio Milani realizzava una statua per il monumento di Largo Libertà a Rovigo, dedicato a Giovanni Miani, esploratore rodigino dell'Ottocento, colpito dall'esilio per la sua partecipazione ai moti risorgimentali e morto durante una spedizione in Africa; nel lavoro dello scultore suggestioni modernistiche, misurate con sobrietà, sembrano convivere con una solenne intonazione, di stampo quasi neoclassico. (Foto Associazione Culturale Minelliana Rovigo)

Miracolo del bicchiere
Il bicchiere scagliato dall'eretico

Fra i rilievi nella Cappella dell'Arca del Santo di Padova si segnala il Miracolo del bicchiere, realizzato dallo scultore padovano Giovanni Maria Mosca, artista particolarmente sensibile all'influenza della cultura classica, in collaborazione con il milanese Pietro Paolo Stella, nel decennio dal 1520 al 1529. (Foto Giuseppe Rampazzo, © Archivio Fotografico Messaggero S. Antonio Editrice, su concessione della Veneranda Arca del Santo)

Adamo ed Eva dopo la cacciata
Il lavoro dei progenitori

Il monumento funerario di Mastino II, entro il recinto delle Arche Scaligere a Verona, presenta ad altorilievo entro i quattro timpani le raffigurazioni di episodi biblici; qui, sul lato a sud-ovest, il Lavoro dei progenitori, con Adamo che riposa dalla fatica ed Eva che allatta Caino e Abele (Foto Giulio Bodon)

Il marito geloso
Il marito geloso

Studiati effetti di tensione drammatica, sostenuti da un'impeccabile esecuzione, dominano il rilievo con Il marito geloso che pugnala la moglie; iniziato nel 1524 da Giovanni Rubino, terminato nel 1536 da Silvio Cosini, appartiene alla serie di pannelli marmorei che illustrano i miracoli di sant'Antonio nella Cappella dell'Arca a Padova. (Foto Giuseppe Rampazzo, © Archivio Fotografico Messaggero S. Antonio Editrice, su concessione della Veneranda Arca del Santo)

L'Italia libera
L'Italia libera

L'imponente figura concepita nel 1875 da Luigi Borro per il monumento al centro di Piazza Indipendenza, che una serie di attributi identifica come allegoria risorgimentale dell'Italia sovrana e libera, rappresenta anche un notevole saggio di abilità artistica: un grande scultore del XX secolo, Arturo Martini, riteneva questa Italia del Borro "la più bella dell'Ottocento". (Foto Provincia di Treviso, U.O. Programmazione Turistica)

Leone di Delo
Leone di Delo

Il più antico dei leoni marmorei posti all'ingresso dell'Arsenale di Venezia è quello d'epoca arcaica, proveniente dall'isola di Delo, nell'arcipelago delle Cicladi, ove sono ancora visibili cinque esemplari analoghi; il corpo, che vediamo ora integrato con una testa moderna, mostra caratteri morfologici e stilistici tali da indicare una cronologia molto alta, addirittura alla fine del VII secolo a.C. (Foto Giovanni Dall'Orto, Wikimedia Commons)

Leoni dell'Arsenale di Venezia
Leoni dell'Arsenale di Venezia

Davanti alla Porta da Terra dell'Arsenale di Venezia sono collocati i quattro Leoni provenienti dalla Grecia. Il primo dal fondo è quello del Pireo, il secondo, sempre dai pressi di Atene, viene detto dell'Hephaisteion, mentre il terzo era in origine sull'isola di Delo; il quarto si ritiene oggi rappresenti non un leone, ma una sorta di mastino o pseduo-molosso. (Foto Francesco Ceselin)

Monumento a Dante
Monumento a Dante

Nel 1865, ricorrendo il sesto centenario della nascita di Dante, personaggio simbolo di tante rivendicazioni dell'Italia risorgimentale, la città di Treviso prese spunto da un passo della Commedia per commissionare allo scultore cenedese Luigi Borro un monumento alla memoria del sommo Poeta, eretto sul ponte che attraversa la confluenza dei fiumi Sile e Botteniga, un tempo chiamato Cagnano. (Foto Provincia di Treviso, U.O. Programmazione Turistica)

Monumento ai Morti per la Patria
Monumento ai Morti per la Patria

Il Monumento ai Morti per la Patria, realizzato da Luigi Borro a Treviso, in Piazza Indipendenza, nel 1875, pochi anni dopo l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, è coronato da una colossale personificazione dell'Italia, tra le più felici creazioni dello scultore cenedese, che qui traduce in immagine gli ideali e le aspirazioni del Risorgimento. (Foto Provincia di Treviso, U.O. Programmazione Turistica)

Resurrezione del bimbo annegato
Resurrezione del bimbo annegato

L'altorilievo con la Resurrezione del bimbo annegato nella Cappella dell'Arca del Santo a Padova, fu iniziato tra 1520 e 1528 da Antonio Minello, e venne poi completato nel 1534 dal grande maestro Jacopo Sansovino, personalità di altissimo profilo sulla scena artistica della Rinascenza matura. (Foto Giuseppe Rampazzo, © Archivio Fotografico Messaggero S. Antonio Editrice, su concessione della Veneranda Arca del Santo)

Rilievi della Casa del Mutilato
Rilievi della Casa del Mutilato

Realizzati nel 1954, i rilievi di Virgilio Milani che decorano la Casa del Mutilato di Guerra a Rovigo, frutto di una ricerca formale orientata in funzione espressiva, sono testimonianza di un attento interesse per i temi del sociale, manifestato dall'artista rodigino in tutta la fase centrale della sua esperienza creativa. (Foto Associazione Culturale Minelliana Rovigo)

Scene della Genesi a San Zeno
Scene della Genesi

Sul lato destro del portale di San Zeno Maggiore, accanto a uno dei due leoni stilofori del protiro, si sviluppano i rilievi firmati da Maestro Niccolò, nella prima metà del XII secolo, con scene della Genesi e, in basso, la leggenda della Caccia di Teodorico, testimonianze importantissime della scultura romanica. (Foto Giulio Bodon)

Statuetta femminile
Statuetta femminile

Al Museo Archeologico Nazionale di Venezia si conserva, insieme ad altre preziose sculture greche, già nella collezione cinquecentesca di Giovanni Grimani, questa statuetta femminile, vestita di un peplo che ricade in morbidi panneggi, con un manto avvolto intorno alla figura; l’opera, d’età classica, risale all’inizio del IV secolo a.C. (Foto Giulio Bodon, per gentile concessione del MiBAC - Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano)

Testa di Erma
Testa di Erma

La testa di Erma barbata, che doveva coronare un pilastrino quadrangolare, rappresentando una divinità maschile, forse appunto Hermes, si può ricondurre a un modello greco classico, ma è opera romana, databile probabilmente alla fine del I secolo d.C.; proveniente dai Musei Vaticani, fu ceduta alla collezione del conte Girolamo Egidio di Velo, e giunse quindi a Vicenza. (Foto Museo Civico Naturalistico e Archeologico di Santa Corona, Vicenza)

Testa di Satiro
Testa di Satiro

La testa di giovane Satiro sorridente, buona copia romana, forse databile agli inizi del II secolo d.C., di un tipo ellenistico piuttosto diffuso, giunse a Vicenza dai Musei Vaticani, insieme ad altri marmi ceduti al conte Girolamo Egidio di Velo come risarcimento per il valore dei mosaici da lui scavati alle Terme di Caracalla nel 1824. (Foto Museo Civico Naturalistico e Archeologico di Santa Corona, Vicenza)

Testa femminile
Testa femminile

Posta ora su un corpo cui non è pertinente, la bella testa femminile del Museo Civico di Vicenza rappresenta verosimilmente la dea Afrodite, secondo un celebre modello ellenistico, elaborato in epoca romana, nella fattispecie forse in età adrianea; proveniente da Roma, già nei Musei Vaticani, appartenne alla collezione del conte vicentino Girolamo Egidio di Velo. (Foto Museo Civico Naturalistico e Archeologico di Santa Corona, Vicenza)

Umiltà
Umiltà

La figura femminile seduta e velata, in atto dolente, è un'allegoria dell'Umiltà, detta anche Mansuetudine; una straordinaria immediatezza delle forme, tanto efficace quanto sintetica, caratterizza questo bozzetto in terracotta, conservato ora a Possagno, di una statua realizzata da Antonio Canova per la tomba di papa Clemente XIV nella chiesa dei Santi Apostoli a Roma. (Foto Fondazione Canova, Museo e Gipsoteca Antonio Canova Possagno)

Antonio Canova. Venere e Adone
Venere e Adone

L'ultimo commiato di Venere e Adone, raffinatissimo esito di un approfondito studio e di una sapiente emulazione dell'arte classica, è rappresentato nel gruppo di Antonio Canova, il cui gesso si conserva a Possagno, nella Gipsoteca Canoviana, mentre la versione in marmo, compiuta nel 1794, acquistata dal marchese Salza Berio di Napoli, è ora a Ginevra, Villa La Grange. (Foto Fondazione Canova, Museo e Gipsoteca Antonio Canova Possagno)